venerdì 21 maggio 2010

Costruire Futuro

La politica è l’approdo obbligato degli interessi e delle idealità di una comunità, ne segna possibilità e limiti.

Se essa resta ferma, non rinnova la dirigenza e non modernizza le procedure, se non ha slanci ideali e manca di credibilità, serietà e progettualità, a pagarne le conseguenze è la convivenza civile nel suo insieme. (N.A.)

UN MONDO NUOVO

La più grande crisi economica finanziaria del dopo guerra è ancora in corso per vederne con lucidità tutte le implicazioni economiche, politiche e sociali.

Non c’è dubbio tuttavia che essa avrà anche profonde implicazioni sulle idee di economisti e scienziati sociali. Schiere di studiosi sono alacremente al lavoro per capire cosa non ha funzionato ed è evidente che oltre agli aspetti tecnici, la crisi induce a riflettere su questioni ancora più profonde, che toccano i principi fondamentali su cui si reggono le interazioni sociali e politiche nelle moderne economie di mercato. Una delle più importanti riguarda i rapporti tra etica ed economia.

Adam Smith, il fondatore del pensiero economico moderno, vedeva nell’empatia tra esseri umani, prima ancora che nella massimizzazione del benessere materiale, la principale motivazione delle azioni individuali. Più in generale, l’idea che il buon funzionamento di un’economia di mercato e di uno stato di diritto si regge anche su precisi presupposti morali è parte integrante di un’antica tradizione di pensiero liberale in economia. Il rispetto per i diritti di proprietà, il mantenimento della parola data e degli impegni presi, il rispetto delle aspettative e delle intenzioni tra le parti contraenti devono discendere anche da un comune sistema di valori, non solo dagli incentivi o dal timore di essere sanzionati dalla legge.

La tradizione cattolica, e in particolare la recente enciclica papale, Caritas in veritate, condivide alcuni presupposti della visione liberale, ma si spinge oltre. Essa parla di persona, più che di individui, e vi attribuisce un particolare contenuto di valori e di fini ultimi. Il bene comune è visto come principio guida dell’azione individuale anche in campo economico e non solo con riferimento alla politica. Una visione, questa, che potremo definire, pur consapevoli della forzatura in essa implicita, riformista.

La nostra convinzione è che da qui si debba partire per individuare l’orizzonte strategico, i valori costitutivi, le ragioni del nuovo partito che abbiamo fondato.

Questa è la condizione per dare respiro al nostro progetto, per parlare alle nuove generazioni e costruire davvero un grande partito che vada oltre le ragioni contingenti della sfida al Berlusconismo. Ed è anche la condizione per vincere questa sfida.

Siamo in un mondo nuovo.

Da questa consapevolezza deve muovere il suo non facile cammino il Partito Democratico.

Ciò che è risultato incerto in questi primi anni di vita è il fondamento del nuovo partito: l’insieme dei valori e dei principi che ne costituiscono l’identità condivisa. Ed è proprio questa incertezza che ha reso più difficile la convivenza all’interno del PD di diverse anime che hanno teso più ad irrigidire ciascuno la propria identità nel timore di una prevaricazione, che non a ricercare una sintesi capace di guardare avanti. Ma il progetto del PD resta essenzialmente per aprire una prospettiva nuova per l’Italia.

Un nuovo centrosinistra deve lasciarsi alle spalle la precarietà e la confusione dell’Unione, cosi come ogni pretesa di autosufficienza del PD.

Un nuovo centrosinistra deve essere capace di unire progressisti e moderati (come è stato scritto) perché la società italiana è più complessa e le linee di confronto sono più articolate e non si riducono alla frattura destra-sinistra.

VERSO IL FUTURO

In questi anni il PD per ragioni diverse e malgrado gli sforzi profusi non è riuscito a rinnovarsi al suo interno, promuovendo una nuova classe dirigente. Ma il PD ha un punto di forza: è l’erede di due tradizioni politiche e culturali che le altre compagini politiche oggi in campo non hanno. Questo nobile patrimonio, tuttavia, per la debolezza o per la diffidenza degli eredi, più che una risorsa è stato vissuto come una difficoltà. Ci si può liberare da questa ingombrante eredità, non ignorandola o rinnegandola, semmai rivisitandola criticamente e assumendola come punto di partenza.

Quello che si auspica per il PD, che continua a rappresentare l’unica vera alternativa all’attuale maggioranza al governo, è una rielaborazione culturale e politica da portare avanti senza ipocrisia, senza paure e chiusure ideologiche con originalità e chiarezza.

Presentiamo questa mozione perché crediamo nel Partito Democratico e amiamo Cava de’ Tirreni.

Riteniamo le condizioni determinate dalla recente sconfitta elettorale un’occasione unica per sostenere con forza questo progetto di cambiamento. Il partito è nato nel 2007 e per contingenze storiche, errori e difficoltà iniziali, non ha saputo radicarsi sul territorio. E certamente non ha aiutato una struttura interna e una composizione della classe dirigente caratterizzata da vecchie logiche di partito, inappropriata alle esigenze di partecipazione e all’evoluzione della società degli ultimi anni.

Gli anni alle nostre spalle sono stati, infatti, di straordinaria intensità. Abbiamo amministrato la città per quasi quattro anni e siamo certi che il giudizio della storia sarà più clemente e generoso di quello impietoso dato dai cittadini lo scorso 28 e 29 marzo. Tuttavia è da qui che dobbiamo partire. Dal chiederci, cioè, il perché due cittadini su tre non ci abbiano ritenuti meritevoli di una rinnovata fiducia. È evidente che la questione è complessa ed ogni osservazione potrebbe apparire parziale. Noi qui ci limitiamo all’aspetto che consideriamo più rilevante.

Quello che è stato respinto è un metodo di governo scarsamente partecipato, non equilibrato da una adeguata funzione dei partiti ed in particolare del nostro. Questo scollamento ha prodotto il grave errore politico delle dimissioni del Sindaco, che la città non ha compreso, con il ricorso anticipato alle urne.

Errore grave perché non siamo stati in grado di spiegare le motivazioni della scelta, perché non abbiamo compreso che esse avvenivano in un contesto politico sfavorevole nazionale, regionale e locale, ma soprattutto perché si è sovrastimato il consenso popolare all’Amministrazione. A ciò si aggiunga l’esasperazione dei nostri conflitti interni che non ci hanno consentito una lucida analisi del momento.

In questo quadro la nostra inefficienza ha fatto passare in secondo ordine le caratteristiche profondamente innovatrici dell’azione amministrativa e del suo programma, di cui crediamo che molto possa essere recuperato in futuro. Pensiamo in particolare, alle iniziative assunte sul sistema di raccolta differenziata, alla politiche per la sicurezza, al salto di qualità nel settore dello sport, della cultura e dello spettacolo, concepiti anche come strumenti per il sostegno al commercio ed al rilancio del turismo. Ma questo è il congresso del PD, non un’estensione temporale delle Elezioni amministrative.

In verità, la lezione che più di altre che abbiamo imparato, con dolorosa sofferenza, da questi anni è che è giusto concedere fiducia a tutti ma che questa fiducia non deve essere mai cieca ed indiscussa ma sempre critica e vigile anche verso chi è animato dalle migliori intenzioni.

Ed è per questo che i firmatari di questa mozione propongono come atteggiamento irrinunciabile il democratico esercizio del confronto, inteso come strumento diretto ad assumere decisioni che corrispondono ai reali bisogni della comunità.

Immaginiamo il PD come un luogo moderno, dove i cavesi possano ritrovarsi per progettare il loro futuro. Dove iscritti e simpatizzanti possano riscoprire il senso della militanza politica. Dove si possa sconfiggere la diffidenza e il pessimismo nei confronti della politica e di quella del PD in particolare, di quei cittadini che oggi guardano al partito come a una struttura staccata dalla vita quotidiana, un carrozzone da congresso, impegnato in arcani conteggi di tessere, nel passato troppo decisive, queste ultime, nella costruzione degli indirizzi politici.

Immaginiamo il PD come un luogo dove il futuro lo si discute e lo si costruisce insieme, tutti i giorni, rifuggendo dalla logica suicida del partito appiattito sulle posizioni amministrative. Pensiamo dunque ad un Partito che discute, nei luoghi deputati, e che esercita le sue funzioni di analisi e di stimolo verso il suo gruppo dirigente.

Il nuovo PD è sul territorio, è su internet, è nel circolo “25 aprile”.

È in rete, perché deve essere in grado di connettersi con la realtà circostante, ma si deve toccare ed ascoltare. Perché è un partito aperto e vero, che sa contaminarsi e cambiare, sa arricchirsi attraverso le esperienze di tutti coloro che vogliono rendere Cava un luogo più giusto e bello dove vivere.

È un partito i cui messaggi dovranno essere in grado di recuperare credibilità e visibilità anche in territori come le frazioni di Santa Lucia, Sant’Anna e Pregiato dove è chiaro, come dimostrano le ultime elezioni amministrative, che la nostra proposta politica ad oggi non è neanche presa in considerazione e non siamo ritenuti, dunque, interlocutori credibili per il governo del territorio.

È un partito che deve comunicare bene e spesso. Dove tutti gli iscritti ricevono i resoconti di Direttivi e Assemblee e si aggiornano sulla situazione politica generale e locale attraverso pubblicazioni periodiche (newsletter).

L’uso delle nuove tecnologie può aiutare a ridurre le distanze con le numerose e popolose frazioni metelliane, ma decisiva per il nostro futuro sarà l’attenzione che sapremo dare alle istanze degli stakeholders, discutendone nel Partito in costante coordinamento con le sue rappresentanze istituzionali ai vari livelli.

Noi immaginiamo il PD moderno, efficiente, ma soprattutto utile ai cavesi.

Il nuovo gruppo dirigente del PD deve essere un esempio di sobrietà, trasparenza di comportamenti e senso delle istituzioni. Il rispetto sostanziale delle regole non basta e non deve più bastare. Negli atteggiamenti pubblici e in quelli privati. Quanto più saremo capaci di elevare queste caratteristiche a nostri valori guida, tanto più sarà facile tutelare l’immagine del PD e dargli credibilità.

Il partito deve uscire dall’autoreferenzialità di parte del gruppo dirigente di questi ultimi anni e valorizzare finalmente le qualità professionali, politiche e umane spesso mortificate sull’altare della piccola convenienza correntizia.

Un profondo rinnovamento deve passare attraverso l’individuazione di un nuovo gruppo dirigente, giovane non soltanto dal punto di vista anagrafico, ma soprattutto nelle idee. Capace di interpretare le nuove esigenze di una società in continua evoluzione. Eterogeneo per estrazione sociale, culturale e professionale e in grado di inserirsi dinamicamente nei ceti sociali, economici e produttivi, nel mondo della cultura, dell’associazionismo e del volontariato, e in tutti quei luoghi d’incontro dove, oltre a praticare i propri interessi e passioni, le persone parlano del futuro, della propria città e dell’Italia. Deve essere in grado di tornare in questi luoghi con una rinnovata capacità di ascolto e senza quell’arroganza e quell’ipocrita pretesa di superiorità intellettuale e morale che si porta addosso da troppo tempo.

Ogni simpatizzante o iscritto del PD deve essere coinvolto e messo al corrente di tutte le decisioni, cosicché nessuno venga più a conoscenza di scelte politiche da fonti esterne.

Nuovo PD, nuovi metodi

Un cambio di direzione così deciso può realizzarsi solo con un cambiamento radicale dei metodi. I componenti del direttivo non devono essere trenta fantasmi che, all’occorrenza, compaiono per votare su precisa indicazione del referente politico di turno, ma membri attivi e partecipi della vita del partito, coinvolti nelle decisioni e in grado di coinvolgere altri cittadini. Massima condivisione ma anche profondo rispetto degli organismi del partito e delle loro responsabilità.

Vogliamo un gruppo dirigente in grado di darsi degli obiettivi e di perseguirli con tempi certi passando attraverso delle verifiche periodiche sia in direttivo che nelle assemblee degli iscritti.

Immaginiamo un tesseramento nel quale, eccetto rare e motivate eccezioni, un iscritto possa ritirare solo la sua tessera e quella dei suoi familiari conviventi.

Crediamo sia meglio avere cinquecento iscritti reali, piuttosto che 1400 di cui non si conoscono i volti.

Un PD che torna a parlare di temi importanti con realismo.

In primo luogo lavoro, precariato e sanità sono gli argomenti che il PD deve affrontare in maniera seria, considerando la delicata situazione in cui si trova oggi la nostra città, favorendo il coinvolgimento delle competenze e delle professionalità presenti nel partito e non solo.

Non sono da tralasciare altre tematiche fondamentali quali istruzione e ricerca scientifica, mezzogiorno e federalismo, welfare, ambiente, legalità, diritti civili, acqua pubblica, buon funzionamento della pubblica amministrazione, difficoltà delle piccole e medie imprese e dell’artigianato. Tra tutti i temi quello della lotta all’abusivismo rappresenta un aspetto importante per l’entità del fenomeno sul nostro territorio, anche se, come abbiamo spiegato poco fa, non riteniamo che questo sia stato determinante nella recente sconfitta elettorale. La lotta all’illegalità ed il rispetto delle regole sono punti fermi della nostra azione politica. Tuttavia è necessario avere nei confronti di questo problema un approccio diverso che parta dalla comprensione delle reali cause del fenomeno, con la capacità di distinguere i diversi casi, ed evitare furori ideologici sbagliati e controproducenti.

Giovani Democratici per un PD più forte

Immaginiamo un partito in grado di attrarre quei giovani che hanno perso interesse verso la politica e i partiti o semplicemente lo indirizzano verso altre realtà. Il PD si è dotato delle strumento delle primarie che consente anche ai sedicenni di partecipare, eppure nel “nostro” PD non ci sono minorenni, né diciottenni. Il motivo è che il partito, così strutturato, non ha la capacità di capire mentalità ed esigenze dei giovani, non ne condivide i punti di vista e troppo spesso guarda a questo mondo con atteggiamento di sufficienza. Va fatto uno sforzo per coinvolgere ragazzi di quest’età che sono serbatoio di idee ed energie per il futuro. Uno degli obiettivi è quello di creare le condizioni per aprire anche a Cava un circolo dei GD per iniziare a formare i dirigenti del domani e tornare nei luoghi frequentati dalle nuove generazioni sostenendo iniziative e battaglie con e per i giovani cittadini cavesi.

Immaginiamo un PD che ricostruisca i rapporti con le altre forze di centrosinistra

Per tornare ad offrire una reale possibilità di alternativa di governo del territorio il PD non può prescindere dal rafforzamento delle sinergie già esistenti ma ancor di più recuperare il rapporto con le forze politiche di centrosinistra, nel pieno rispetto delle autonomie e peculiarità di ognuno.

Un centrosinistra unito con un progetto credibile, presentato da persone credibili e radicate sul territorio possono fronteggiare il centrodestra Cavese, uscito ulteriormente rafforzato dalle ultime elezioni amministrative.

Ci candidiamo da Democratici ed in contrasto con le derive correntizie

Ci candidiamo perché Cava non resti indietro.

Perché tutti i ragazzi ed i cittadini cavesi vedano nel PD uno strumento per restituire alla politica l’emozione e la dignità.

Oggi abbiamo il dovere di far nascere davvero il PD, a Cava, come a livello nazionale. È un dovere politico e morale, tanto più stringente quanto più si fa intensa l’azione di un governo nazionale ormai completamente schiacciato sulle farneticanti ragioni della Lega e stretto nella morsa di una crisi sistemica di proporzioni storiche alla quale non sa dare risposte adeguate. Un governo schizofrenico, che mentre annuncia evanescenti “piani per il Mezzogiorno”, sottrae i miliardi dei fondi FAS e impoverisce l’offerta di istruzione soprattutto al Sud.

Di fronte a questa offensiva dobbiamo essere forti e uniti.

Per questo la nostra è una mozione a vocazione unitaria

Non chiusa, non limitata al gruppo circoscritto di persone che l’ha elaborata.

Non vogliamo guerre fratricide.

Non vogliamo più gruppi chiusi e diversamente da altri, non vogliamo che questa mozione diventi una corrente strutturata e organizzata del partito. Riterremo una scelta del genere politicamente miope e incomprensibile all’esterno.

Qui tutti sono benvenuti, da qualsiasi orientamento interno al partito provengano o andranno, e tutti concorreranno alle scelte del partito dei prossimi anni.

Come recita un detto pacifista dei tempi della guerra fredda, “la logica dei blocchi blocca la logica”. Bene, non è questo il momento di bloccarci, non è questo il momento di dividerci. Possiamo e dobbiamo ancora lavorare insieme, per il congresso e per Cava.

Come succede in un partito vero, di quelli che cambiano la Storia.

I proponenti:

Mariano Agrusta, Giuseppe Aliotti, Gerardo Amato, Marco Ascoli, Marisa Avagliano, Enrico Bastolla, Giuseppe Bisogno, Giuseppina Bisogno, Paolo Chiorazzo, Gruppo Consiliare “Democratici per Cava”, Antonio Di Pizzo, Franco Di Salvio, Niccolò Farina, Giuseppe Fiorillo, Giuliano Galdo, Massimo Laudato, Achille Mughini, Myriam Mughini, Rolando Mughini, Nicola Nobile, Roberto Pierri, Salvatore Pollice, Luigi Salsano, Nicola Santoriello, Adolfo Senatore, Bianca Senatore, Maria Rosaria Senatore, Mario Senatore, Valentina Senese.

giovedì 13 maggio 2010

"Valori, progetti, persone per Cava"

VINCERE O CAMBIARE LA CITTA’[1]?

La finalità del nostro Partito a Cava, come in Italia, è cambiare la società nel segno dei valori costitutivi del nostro essere democratici e sulla base di un progetto concreto.

In democrazia per fare ciò è ovviamente necessario conquistare la maggioranza dei consensi elettorali. Questo obiettivo tuttavia non è fine a se stesso, ma funzionale al cambiamento della società che noi perseguiamo. Lo stesso Partito non è lo scopo della nostra azione, ma il mezzo per raggiungere lo scopo vero. Quanto più forte sarà il Partito, radicato sul territorio e dotato di un suo gruppo dirigente competente, pragmatico, motivato su un progetto condiviso, tante più chance avremo di riuscire a cambiare in meglio la nostra città.

Costruire il Partito per vincere le elezioni, vincere le elezioni per cambiare in meglio la nostra società, questo è l’ordine dei fattori della nostra azione politica. L’ordine invertito ci porta alla omologazione con l’attuale assetto della città ed ad una competizione meramente politicista tra gruppi di potere, in cui il benessere della città e dei cittadini rimane un vago sfondo ed il progetto diventa solo un pretesto per la conquista del potere da parte di un gruppo autoreferenziale. In altri termini il PD non va alla ricerca del progetto “che ci faccia vincere”, ma del progetto “giusto”, quello cioè più idoneo a garantire la crescita di Cava nel segno della giustizia sociale, della legalità e dell’arricchimento della nostra democrazia locale, cioè nel segno dei nostri valori. Una volta individuato e condiviso il progetto, la costruzione del Partito e la sua iniziativa politica, ivi compresa l’individuazione delle alleanze necessarie, saranno finalizzate alla sfida elettorale.

In termini di democrazia interna al Partito, è naturale che si sviluppi un confronto sui progetti e che, al suo termine, il Partito nel suo complesso porti avanti quello più convincente per la maggioranza degli iscritti. Sarebbe invece inaccettabile che il nostro Partito, pur di vincere, svendesse, annacquasse o rinunciasse ai propri valori. In particolare non sono negoziabili i valori fondanti del nostro Partito.

I “valori ed il progetto”. Sono questi a nostro avviso gli elementi fondativi del nuovo corso del PD a Cava, e non solo. Sono la basi per lanciare una sfida dura e difficile, ma essa è la sola che sappiamo immaginare per guardare ad un domani che possa vedere un Partito autorevole, popolare, compatto ed aperto alle sollecitazioni della società civile.

I VALORI COSTITUTIVI DEL PD

Nell’atto della sua costituzione il PD ha approvato il “MANIFESTO DEI VALORI” del Partito, richiamando in primo luogo quelli della Costituzione Repubblicana, ai quali tutti ci ispiriamo e ci atteniamo.

Nel “Manifesto” si sottolineano inoltre ed in particolare i seguenti valori [2]:

  • Siamo per una democrazia forte, che sia in grado di decidere e di difendere le sue decisioni; una democrazia intesa come partecipazione, inclusione, solidarietà, autogoverno, ma anche come capacità di decisione, come assunzione di responsabilità verso il bene comune.

  • Difendiamo la laicità, la libertà e l’autonomia decisionale dello Stato in tutte le sue articolazioni (Comuni, Province, Regioni, Stato Centrale). Avversiamo tutti i fondamentalismi, anche i piccoli fondamentalismi locali, rispettando nel contempo la rilevanza, nella sfera pubblica e non solo privata, delle religioni, dei convincimenti filosofici ed etici, delle diverse forme di spiritualità.

  • Mettiamo sullo stesso piano nella gerarchia dei valori la tutela dei diritti individuali e quella dei diritti collettivi. Il diritto individuale alla casa, ad es., ha per noi eguale rilevanza del diritto collettivo al paesaggio e ad una città vivibile, ad una città cioè urbanisticamente ordinata.

  • Ci battiamo per una Pubblica Amministrazione che sia orientata alla cultura del risultato, alla efficienza, efficacia, economicità ed alla imparzialità. La competizione degli interessi di parte deve esercitarsi in un contesto di regole del cui rispetto la Pubblica Amministrazione deve essere garante.

  • La sicurezza e la legalità sono valori fondamentali, senza di essi non è possibile alcuna integrazione né convivenza democratica e civile. Noi combattiamo con assoluta intransigenza il degrado urbano e sociale che alimenta i comportamenti illegali, lottiamo contro la corruzione della politica e le collusioni della pubblica amministrazione, ci battiamo contro la criminalità organizzata che impedisce lo sviluppo di intere aree del nostro territorio.
  • Vogliamo abbattere gli ostacoli che vengono da una società chiusa, soffocata dai corporativismi, e che difende l’esistente e le rendite di posizione, per ridare voce ai giovani;

  • Propugniamo per le donne un ruolo da protagoniste nella nostra società, nel lavoro, nel sociale, in politica;

  • Ci impegniamo a rimuovere gli ostacoli di ogni ordine che rendono meno eguale la vita dei diversabili;

  • Promuoviamo in ogni territorio la costruzione di un tessuto sociale egualitario e solidale, in cui nessuno si perda o resti indietro.

  • Il Welfare e più in generale l’equità sociale non vanno considerati un onere da sostenere, ma una leva per lo sviluppo umano ed economico insieme, oltre che fattore sinergico per la piena partecipazione di tutti i cittadini alla vita democratica.
  • L’immigrazione non è una difficoltà, ma una opportunità. Le politiche dell’immigrazione devono puntare alla inclusione di tutti gli immigrati, sulla base della parità e della condivisione dei diritti e dei doveri, al fine di realizzare un nuovo patto di cittadinanza nel rispetto dei valori costituzionali italiani ed europei.
  • Difendiamo il principio della sostenibilità ambientale (contrastiamo ogni progetto di sviluppo che preveda una estrazione di risorse naturali superiori a quelle che la natura è in grado di rigenerare);

  • La dignità del lavoro va difesa e valorizzata in tutte le sue espressioni.

  • Promuoviamo in ogni sede uno sviluppo fondato sulle nostre più grandi ricchezze: la creatività, la qualità ambientale e culturale, la coesione sociale. Siamo consapevoli che rimettere in movimento le forze produttive, l’intelligenza, la creatività, la cultura non sarà una operazione indolore. Comporta uno scontro duro con privilegi grandi e piccoli molto ramificati. Il Paese - e Cava in esso - ha bisogno di una forza politica che abbia il coraggio di affrontare quel groviglio di compromessi che ha creato rendite corporative o speculative, favorendo il lavoro nero, l’economia sommersa, l’arretratezza dei servizi e della pubblica amministrazione.

PER UN NUOVO UMANESIMO

Il circolo 25 aprile del Partito Democratico propone al centro della propria azione politica territoriale l’aspirazione ad un nuovo umanesimo.

La centralità dell’uomo, delle relazioni umane, del benessere dell’individuo sono parte costitutiva degli scopi dell’azione politica del partito.

Accanto agli indici usuali di misurazione del benessere (il PIL) occorre introdurre i nuovi indici, che tengano conto dei molteplici aspetti della vita di una comunità. Il governo francese ha quest’anno ufficialmente riconosciuto l’inadeguatezza del PIL nella descrizione del benessere di un popolo ed ha commissionato a due premi Nobel per l’economia l’individuazione di nuovi strumenti di misura che partano da un assunto fondamentale:”la crescita economica di un paese non coincide con la felicità delle persone che lo popolano”.

E’ compito dei partiti progressisti fare proprie queste idee, interiorizzare che la società contemporanea comporta delle complessità che non sono semplificabili in meri indici economici. Facendo questo capiremo che le leve dell’azione politica sono tante e altre. Ci doteremo di strumenti nuovi di lettura della società e di proposta politica: la povertà è solo un aspetto della miseria.

Il modello occidentale di sviluppo è giunto ad un punto critico. I suoi effetti negativi sull’ambiente e sulla maggior parte dell’umanità sono evidenti. Un modello di sviluppo che promette ricchezza e produce povertà è assurdo. Bisogna imparare a frenare, a rallentare, all’occorrenza a fermarsi prima che altri lutti, altri cataclismi, altre guerre ci mettano a nudo di fronte alla nostra stupidità.

In tutto il mondo anche in Occidente nascono oasi di un nuovo pensiero creativo che vuole stili di vita sociale ed economica più equilibrati e più giusti. E’ una cultura che ha riscoperto la ricchezza non del profitto monetario, ma nell’incontro con le persone. E’ uno stile di vita che offre grande spazio allo scambio ed al dono: scambio che valorizza le relazioni umane e migliora la qualità della vita; dono che è fonte di inesauribile benessere.

Il compito di un soggetto partitico su ogni scala, del nostro in particolare, oltre che la rilevazione del benessere economico, deve essere quindi la promozione del benessere sociale in tutte le forme possibili: la cultura, la socializzazione, la promozione dell’individuo.

La presenza del PD sul territorio dunque si esplicherà nell’elaborazione di tutte le idee che possono contribuire al benessere della comunità oltre il semplice benessere economico (life sharing, orti di città, gruppi di acquisto cosciente, banca del tempo, ecc) e nell’adozione degli strumenti adatti a rilevarlo (indicatore del progresso reale, indice di sviluppo umano, felicità nazionale lorda, subject weel being).

IL PROGETTO

Il Progetto “CAVA CITTÀ DI QUALITÀ” costruito tra il 2005 ed il 2006 in vista della campagna elettorale per “Gravagnuolo Sindaco” si snoda lungo questi riferimenti valoriali e risponde alle esigenze di crescita economica, sociale ed ambientale della nostra città. Esso è stato parzialmente implementato durante il Sindacato di Gravagnuolo ed ampliamente arricchito con la redazione del D.O.S. (Documento di Orientamento Strategico), del P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale), del P.E.C. (Piano Energetico Comunale), del PIU Europa (Progetto Integrato Urbano Europa), della Pianificazione sociale del P.Z.S.S. ambito S3 (Piano di Zona dei Servizi Sociali ambito Cava-Costiera), del progetto del C.C.N. (Centro Commerciale Naturale), del Piano Mobilità Soste e Tariffe e degli altri atti di programmazione strategica adottati dalla Amministrazione Gravagnuolo.

Il Circolo 25 Aprile del PD di Cava de’ Tirreni si riconosce nel progetto del 2006, con le successive modifiche ed integrazioni sintetizzate nel Programma elettorale del 2010, e nel percorso amministrativo della Amministrazione Gravagnuolo. In particolare si riconosce nella sua difesa intransigente dei principi della legalità urbanistica e nel contrasto ai corporativismi presenti in città.

L’insuccesso elettorale recente, nell’imporre al Partito una ineludibile riflessione sulla gestione politica del progetto, evidenzia altresì quanto sia forte e ramificato nella nostra città il blocco sociale cresciuto lungo un trentennio intorno all’economia edilizia abusiva. Una ragione di più per continuare la lotta per il pieno ripristino della legalità a Cava, a cominciare dalla legalità urbanistica, che è tutt’uno con la lotta per una democrazia forte. Se non si è capaci di difendere le leggi dello Stato Democratico e le deliberazioni liberamente adottate dai Consigli Comunali, sedi della democrazia locale, è la stessa democrazia che finisce per essere vanificata. A cosa servirebbe la discussione consiliare sulle regole da adottare per dare ordine alla crescita della città, se essa fosse già svuotata in partenza dalla certezza da parte dei cittadini che tali regole non avranno mai alcuna efficacia?

La preservazione della legalità tuttavia va insieme alla valutazione delle cause per cui su una comunità locale attecchisce l’illegalità, delle motivazioni socio-economiche che la determinano.

Il Progetto del PD cavese per il futuro della città si articola quindi nei seguenti macro-obiettivi strategici.

Urbanistica

Il PD di Cava si impegna a difendere il PUC adottato dalla Giunta Gravagnuolo e sollecita gli iscritti al Partito presenti in CC a lottare per la sua rapida approvazione.

In particolare riteniamo di grande valore l’individuazione dei tre progetti guida sui quali il PUC è articolato: il Parco Urbano del Fondovalle, l’Anulare della Rigenerazione Urbana, la rete delle Valorizzazioni Storico-Ambientali.

Il PUC elaborato dalla Giunta Gravagnuolo, affrontando il problema del superamento delle eccessive rigidità del PUT nel rispetto rigoroso delle compatibilità ambientali e degli attuali indirizzi contenuti negli strumenti di pianificazione su scala regionale e provinciale, mira a valorizzare e rafforzare l'identità della città di Cava affinché essa possa riconquistare il ruolo “di territorio cerniera” che nel corso degli anni, se pur con alterne vicende, ha avuto. I suoi obiettivi strategici prioritari pertanto sono:

  • 1) tutela del sistema ambientale,
  • 2) salvaguardia e riqualificazione dei tessuti storici,
  • 3) recupero e valorizzazione dei tessuti edilizi degradati e dei contenitori industriali dismessi situati nelle aree dell'espansione urbana degli ultimi decenni,
  • 4) rafforzamento dell'identità di Cava quale città di qualità e della cultura,
  • 5) miglioramento e razionalizzazione della rete infrastrutturale.

Il PUC dell’Amministrazione Gravagnuolo dà inoltre risposta alle problematiche abitative e del terziario, prevedendo la possibilità di realizzare circa settecento nuovi alloggi di edilizia sociale e sessantamila mq di superficie aggiuntiva per il terziario.

Per i dettagli del PUC - e del DOS che lo sottende – si fa riferimento agli atti amministrativi adottati dal Consiglio Comunale e dalla Giunta già citati; per una loro sintesi all’opuscolo “LA CITTÀ NUOVA” pubblicato in campagna elettorale dal Comitato Elettorale Gravagnuolo[3].

La questione abitativa

Nella nostra città la questione della casa è di primario valore per l’azione politica del PD. Essa si prospetta sotto tre problematiche: la carenza di case economicamente accessibili, specie per le giovani coppie e gli anziani autosufficienti; la questione dei residenti nei prefabbricati; la questione dell’abusivismo.

Per quanto attiene la carenza di alloggi, ricordato che a Cava c’è una generica dotazione di alloggi addirittura superiore al numero delle famiglie residenti[4], il PD orienta le sue proposte e si batte per l’adozione rapida in CC e la successiva approvazione del PUC, con la sua previsione di settecento nuovi alloggi “sociali” di ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) e per l’adozione di politiche incentivanti le sostituzioni edilizie, i frazionamenti, le densificazioni se necessario. Ciò consentirebbe, a parità di cementificazione già esistente a Cava (salvo che per i settecento alloggi ERP, utili per parte loro anche a fini di calmiere dei prezzi delle locazioni), di far fronte alle richieste delle nuove tipologie familiari mono o bi-nucleari.

Per quanto riguarda lo smantellamento dei prefabbricati post-sisma il PD Circolo 25 Aprile di Cava de’Tirreni, sostiene con forza la necessità di portare avanti il piano di realizzazione degli alloggi in corso ed il piano di mobilità dei residenti già adottato dalla Giunta Gravagnuolo, in raccordo con l’Osservatorio per la Casa istituito con decreto del Commissario prefettizio Napolitano nel settembre 2005. Il PD si batterà contro ogni tentativo di sopprimere l’Osservatorio prima che l’ultimo prefabbricato sia stato smantellato e contro un ritorno - di cui si avvertono già i primi segnali – ai metodi ricattatori e clientelari presenti nelle pratiche del Comune fino al nostro insediamento.

Infine per la questione dell’abusivismo. Il PD non sottovaluta lo straordinario rilievo sociale che questa problematica ha assunto in città, per la sua dimensione quantitativa e per i profondi cambiamenti di natura sociale e culturale da esso introdotti nella nostra comunità. Il fenomeno trova origine nelle rigidità vincolistiche del P.U.T. e del P.R.G. vigenti, nella perdita di redditività dei terreni agricoli e nelle dinamiche sociali contemporanee che hanno portato molte famiglie di provenienza contadina ad un miglioramento del proprio status sociale, grazie all’istruzione di massa ed alla terziarizzazione della città, con la conseguente ricerca di condizioni abitative adeguate al proprio nuovo status. Il fenomeno ha assunto di recente, in particolare dalla fine degli anni ’80 ad oggi, con una particolare recrudescenza dopo il 2003[5], una dimensione di massa e ad oggi costituisce un segmento rilevante dell’economia cittadina. La filiera “sommersa” costituita da imprese fornitrici di materiali in nero, imprese edili che lavorano in nero senza garantire il rispetto dei contratti di lavoro né condizioni di sicurezza ai loro operai, studi tecnici, legali e professionali, pezzi di apparato burocratico e politico comunali senza dei quali sarebbe difficile eludere le norme, unitamente alla ricattabilità oggettiva in cui si trovano le famiglie residenti in alloggi abusivi, con il corollario dei poteri “di fatto” costituitisi nelle zone a maggior incidenza del fenomeno (Sant’Anna, San Giuseppe al Pennino, Santa Rosa, Santa Lucia, Pregiato alta, San Martino, Contrapone, San Cesareo) hanno saldato un inquietante blocco sociale che mette a serio rischio le tradizionali condizioni di legalità e di senso civico diffuso nella nostra città. A questo fenomeno non si può dare una risposta meramente burocratica (“le leggi sono queste e vanno rispettate, stop”), né collusiva di fatto, in questo caso fuggendo dal problema ovvero ricercando il consenso a tutti i costi in queste aree. Tanto più che, nella situazione di grave crisi economica del Paese ed in particolare del Mezzogiorno quale quello che stiamo vivendo, l’economia sommersa legata al ciclo del cemento finisce di fatto col sostenere il reddito di una parte cospicua della città, dando una risposta immediata al fabbisogno di lavoro (oltre che degli alloggi) e saldando ancor più tale blocco sociale, di cui orienta anche le scelte elettorali.

Il PD di Cava ritiene che la discussione parlamentare sulla conversione in legge del recente DL cosiddetto “Bloccaruspe” costituisca una occasione importante per affrontare in modo organico la questione e chiama i parlamentari PD e del Centro Sinistra eletti nella circoscrizione salernitana ad un confronto di merito urgente. Il DL per un verso non dà reali risposte alle aspettative degli abusivi, per un altro incentiva di fatto l’incremento del fenomeno. Esso però ha il pregio di provocare il dibattito nazionale sul tema e di cercare di introdurre per la prima volta nella legislazione italiana, sia pure in modo maldestro, la distinzione tra abusivismo “di necessità” ed abusivismo di “speculazione”. La definizione della posizione del Circolo 25 Aprile di Cava sul tema abusivismo sarà dirimente per la successiva azione del partito in città e per la stessa collocazione di ciascun iscritto nel suo dibattito interno.

Ambiente

Cava è dotata di un paesaggio di notevole valore, che deve essere tutelato e reso leva di crescita economica per il territorio. Più in generale la qualità dell’ambiente e del paesaggio sono il perno del progetto del PD per il futuro di Cava.

Il Circolo 25 Aprile si impegna perciò a portare avanti in modo sistematico una tenace battaglia culturale per la difesa dell’ambiente, per il contrasto degli interessi che lo minacciano, per una crescita della città imperniata sulla green economy.

I capitoli fondamentali delle politiche ambientali del PD cavese saranno pertanto:

  • Ciclo integrato dei rifiuti;
  • Risparmio, tutela e valorizzazione dell’acqua come bene pubblico;
  • Risparmio energetico ed impiego di fonti alternative;
  • Contrasto all’inquinamento dell’aria;
  • Riassetto idrogeologico del territorio;
  • Bonifica dei siti inquinati;
  • Edilizia ecocompatibile.

Sanità

Il PD cavese, prendendo atto della grave crisi finanziaria della sanità regionale, considera le previsioni della Legge Regionale 16/08 di riassetto del sistema ospedaliero della Campania il punto di equilibrio più avanzato che fosse stato possibile ottenere. Tuttora esso rappresenta una frontiera invalicabile per la tutela del diritto alla salute nella nostra città. Il PD si impegna pertanto a difenderne l’impianto ed a contrastare con grande energia ogni tentativo di chiusura e/o di drastico ridimensionamento dell’offerta sanitaria in città. In particolare il PD Circolo 25 Aprile si oppone con fermezza a quanto previsto nella cosiddetta “Bozza Zuccatelli”.

La chiusura dell’Ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo si iscrive nella più generale politica della Destra italiana tendente allo smantellamento dello Stato Sociale nel nostro Paese. Evadere le tasse, violare leggi e le regole, abbandonare a se stessi quelli che non ce la fanno, questa la cultura oggi dominante nel Paese e di essa è espressione il Governo Berlusconi. Difendere la Legge Regionale 16/08 è dunque non solo una battaglia di merito a tutela della nostra comunità, ma anche l’occasione per esplicitare agli occhi dei cittadini la reale politica della Destra.

La tutela della salute dei nostri concittadini passa altresì attraverso il potenziamento della sanità territoriale. La realizzazione della nuova sede del Distretto Sanitario, l’estensione dei servizi socio-sanitari (ADI, RSA, etc…), il raccordo con il sistema della sanità privata, l’intensificazione delle politiche di prevenzione sono gli obiettivi del PD Circolo 25 Aprile.

Cultura, sport, scuola, politiche giovanili

Il futuro di Cava dipende in modo rilevante dalla sua capacità di riappropriarsi del ruolo storico di Città della Cultura, dell’Arte e delle Tradizioni. Il potenziamento e rilancio della Cultura a Cava richiedono altresì il completamento della dotazione di spazi e contenitori, come il ripristino del patrimonio artistico-monumentale della città.

È del tutto evidente che il rilancio della cultura a Cava comporta l’impegno parallelo a contrastare il proliferare incontrollato di iniziative apparentemente “popolari”, il più delle volte semplicemente pacchiane, che peraltro non sono immuni – quanto meno alcune di esse – da fenomeni speculativi. La compagine politica ora al governo della città si è infatti immediatamente orientata alla difesa di tali iniziative accantonando il progetto del Teatro comunale. Tale struttura invece dovrebbe essere un motore di serio rilancio culturale della città, attraendo iniziative di alto profilo e stimolando i cittadini ad una maggiore esigenza di cultura. Bisognerà battersi in maniera ferma affinché il nostro teatro possa essere realizzato, opponendosi alla deriva di decadimento culturale pianificata dalla Destra italiana.

Quanto detto sopra vale altresì per le politiche dello Sport, della Scuola e per le politiche giovanili, per le quali tutte il PD si impegna ad approfondire la sinergia con le politiche volte all’inclusione sociale. Il Circolo si farà altresì promotore di progetti condivisi con le istituzioni scolastiche che rispettino e valorizzino il calendario civile con percorsi educativi ad esso finalizzati.

A proposito di scuola, è appena il caso di ribadire che il PD si oppone con veemenza ai tentativi in atto di ridimensionamento della scuola pubblica.

Turismo

Lo sviluppo del turismo presuppone sei condizioni:

  • Il recupero del decoro urbano, il ripristino dei beni monumentali e la tutela del paesaggio;
  • La dotazione della città con nuovi posti letto e luoghi di ricettività turistico-alberghiera, anche di tipo “alternativo”;
  • Condizioni di sicurezza, vivibilità, quiete pubblica nel contesto urbano;
  • Servizi pubblici locali, a partire dai trasporti, passando per l’igiene urbana, la gestione del traffico e dei parcheggi, etc… funzionali ed efficienti;
  • Il rilancio della Cultura, delle Arti, dello Sport, e delle iniziative a carattere religioso e spirituale;
  • Lo sviluppo di politiche di marketing turistico territoriale (prodotto, prezzi, promozione, commercializzazione) all’altezza della competizione attuale.

Il PD si batte dunque per l’adeguamento della città alle esigenze di base per un suo sviluppo turistico. In questo contesto lavorerà perché la città punti a competere sui mercati del turismo religioso e spirituale, del turismo en plei air, del turismo culturale e - in sinergia con i vicini Comuni di Vietri sul Mare e di Cetara - del turismo di vacanza, contando sulla possibilità di unire balneazione, benessere collinare, offerta culturale, infine del turismo sociale.

Commercio, Artigianato, Agricoltura, Imprese.

Il PD sostiene il Progetto del Centro Commerciale Naturale e conta sulla cooperazione tra gli imprenditori commerciali, i loro dipendenti (attraverso le loro organizzazioni rappresentative), e l’Ente Pubblico Locale per il rilancio del commercio, fonte storica della ricchezza della città.

Sostiene altresì l’esigenza di estendere l’attuale area mercatale con una quarta piazzola (vedi progetto definitivo già approvato dalla Giunta Gravagnuolo ed autorizzato dal Consiglio per gli aspetti urbanistici), evitando in prospettiva la presenza di banchi di vendita ambulante nell’area del CCN anche durante le festività religiose. Ciò comporta l’adozione di una politica di animazione e di promozione dell’area mercatale come luogo di fiere, di svago, vissuto sette giorni su sette, perché si creino condizioni di appetibilità dell’area per gli operatori commerciali ambulanti.

Nell’ambito dell’artigianato, non trascurando quello dei servizi, pure essenziale in città, il PD sostiene la necessità di un forte impegno pubblico per la valorizzazione della Ceramica Cavese. La ceramica cavese gioca su vari tavoli: cultura, arte, tradizione, turismo e lavoro, questo il motivo per cui deve essere aiutata, incentiva e protetta. Semplificare burocrazie costosissime, aiutare la delocalizzazione di chi vorrebbe costruire uno stabilimento, appoggiare associazioni e consorzi del settore.

Ci battiamo per la realizzazione in località Sgobbo di un’area PIP artigiana, dove possano trovare adeguata collocazione le imprese del settore e non solo. Relativamente all’area ASI il PD Circolo 25 Aprile sostiene le previsioni di due ambiti di trasformazione che ne ridisegnino gli spazi, così come individuati dal PUC adottato a novembre scorso come “Proposta al CC” dalla Giunta Comunale, e si impegna ad ottenere la revisione del Regolamento Urbanistico delle aree ASI approvato dal Consorzio, in particolare per quanto riguarda i condomini industriali ed i frazionamenti verticali ed orizzontali.

Essenziali sono tutte le politiche di aiuto alle imprese cavesi per la loro internazionalizzazione, per l’innovazione tecnologica, per la crescita della loro competitività, come pure per l’affiancamento allo start up delle nuove imprese.

Per quanto attiene l’agricoltura il PD Circolo 25 Aprile, nel mentre sostiene l’iniziativa dei nostri parlamentari europei volta ad ottenere una proroga del termine di scadenza del regime di aiuti ai produttori del tabacco, ritiene ineludibile una forte iniziativa pubblica orientata a favorire la conversione delle colture, a dotare la città di un sistema irriguo adeguato, a sostenere la florovivaistica e le produzioni tipiche locali, anche attraverso iniziative che ne favoriscano la commercializzazione a km zero.

Le aziende in crisi

Una particolare attenzione porterà il PD cavese alle aree di crisi della nostra economia, a cominciare dal Gruppo Despar, dalla ALVI e dalla ex Di Mauro, affiancando le lotte dei lavoratori e dei sindacati ed appoggiando ogni iniziativa pubblica di sostegno al reddito e per il reinserimento lavorativo.

La vicenda Despar è di proporzioni enormi: nella migliore delle ipotesi questa vicenda segnerà profondamente il tessuto connettivo sociale ed economico di Cava de’ Tirreni nei prossimi anni.

Ai dolorosi tagli del gruppo Despar, infatti, probabilmente se ne aggiungeranno altri provenienti da aziende dell’indotto in difficoltà, la maggior parte delle quali ubicate in Cava: dalla crisi di una grande azienda – già gravissima –si rischia di passare ad una crisi di “sistema” se non di un’intera città.

Alle piccole aziende in difficoltà in particolare dovrebbe andare maggiore attenzione dalle Istituzioni: si parla del gruppo Despar, che tuttavia ha proprie strade da percorrere; ma chi si preoccupa di queste piccole realtà, singolarmente poco significative, ma che complessivamente fanno un bel pezzo dell’economia di Cava?

Il problema è soprattutto finanziario ed economico, le istituzioni devono promuovere la concertazione e favorire tutte le possibili soluzioni, ma è certamente da un confronto tra imprese, ceto bancario, sistema delle garanzie e organizzazioni dei lavoratori che possono venire soluzioni adeguate. Il PD sollecita perciò le Istituzioni ad attivarsi per dare vita un tavolo di concertazione nel quale possano confrontarsi i quattro attori appena citati: le imprese interessate, il credito, le garanzie e le organizzazioni sindacali.

Va ribadito che il PD è contrario alla riedizione di politiche del lavoro che hanno già arrecato negli anni passati significative distorsioni nel mercato del lavoro e negli Enti Locali (LSU su tutte).

Solidarietà sociale

La persona, tutte le persone a qualsiasi etnia appartengano, quale che sia il loro orientamento religioso, politico o culturale, il loro sesso, la loro condizione fisica e sociale sono al centro delle scelte del PD.

Lo Stato Sociale sta subendo colpi tremendi dal Governo Berlusconi. Occorre una mobilitazione straordinaria a difesa delle condizioni che rendono possibile la coesione sociale del nostro Paese e della nostra comunità locale.

Anziani, ammalati, bambini, diversamente abili, immigrati, tutte le fasce deboli della società sono la prima preoccupazione del nostro Partito[6].

A queste fasce il PD si rivolge non solo in termini di assistenza, pure necessaria e doverosa, ma anche per valorizzare la loro partecipazione da protagonisti alla vita della città. In questa direzione va l’incoraggiamento ad una sussidiarietà spinta, perché la rete dell’associazionismo locale costituisca il motore ed il fulcro delle politiche sociali della nostra città.

Il PD si impegna altresì a favorire la committenza pubblica di lavori e servizi a cooperative sociali, al fine di favorire l’inserimento lavorativo dei soggetti deboli.

Pari opportunità

Perché questo binomio non diventi un argomento sterile nella dialettica politica, occorre individuare le condizioni base perché una reale pari opportunità venga riconosciuta al genere femminile.

Imprescindibile è il rispetto del tempo della donna, che è anche tempo della famiglia, dell’assistenza agli anziani e agli infermi. Occorre perciò che il Partito formuli una proposta sulla riorganizzazione dei tempi della città e su di essa sviluppi una battaglia di civiltà tra la gente.

In particolare, quanto alle pari opportunità, il PD Circolo 25 Aprile si batte per:

  • Incentivare la presenza di asili nido, anche privati attraverso una regolamentazione degli “asili di condominio”, grazie soprattutto agli spazi che possono aprirsi per il terziario con il PUC;
  • Coordinare gli orari degli uffici comunali e tutti gli altri servizi (sanitari, postali, bancari..);
  • Razionalizzare i tempi di ingresso e di uscita dalle scuole;
  • Sostenere l’impresa femminile;
  • Accompagnare la nascita di cooperative sociali femminili per l’assistenza agli anziani che vivono soli, e alle famiglie con anziani e con diversamente-abili

Sicurezza e legalità

Le politiche della sicurezza e della legalità non sono una prerogativa della destra. Anzi, la risposta della Destra a questo bisogno elementare, vivere in sicurezza, si esplicita con una ideologia regressiva, razzista, di sollecitazione delle pulsioni più reazionarie (ronde, ad es.), di intolleranza verso i deboli e di collusione e scambio di voti con i poteri forti dell’antistato. Stato autoritario con i deboli, antistato colluso con i forti, questo il profilo della Destra al Governo in Italia ed a Cava.

A questa politica il PD risponde con le politiche dell’inclusione verso i marginali – senza sottacere che ogni inclusione comporta anche l’ineludibile rispetto delle leggi e delle regole civili – e con una forte determinazione a combattere l’illegalità diffusa in Italia, in Campania ed anche a Cava de’ Tirreni. Economia sommersa, lavoro in nero, collusioni con la pubblica amministrazione, scambi di voti con il ceto politico, clientelismo, umiliazione della dignità delle persone attraverso politiche e pratiche discriminatorie verso chi non si assoggetta alla sottomissione personale e politica, stanno assumendo a Cava dimensioni tali da mettere a rischio la vivibilità in città, l’ambiente in cui viviamo, la sicurezza personale dei cittadini ed in particolare degli imprenditori, ed in ultima istanza la stessa vita democratica della nostra comunità.

Contro questo blocco sociale il PD sarà impegnato nei prossimi anni in una lotta senza quartiere, ancorché in questo momento tale lotta possa essere minoritaria e possa costituire un deterrente per facili “vittorie elettorali a tavolino”. La città sta correndo rischi seri contro i quali non reggono politiche opportunistiche, sia pure ammantate di “moderatismo”. Il nostro Partito perciò non ricercherà la “vittoria elettorale ad ogni costo”, ma il consenso intorno a politiche di cambiamento radicale dell’attuale assetto sociale della nostra città. Una vittoria cioè che comporti un mandato popolare esplicito e nitido a cambiare ed a combattere i veri poteri forti della nostra comunità, non una vittoria costruita sulle ambiguità.

IL RINNOVAMENTO DELLA CLASSE DIRIGENTE

Componente essenziale del progetto sopra illustrato, è l’impegno perché la città rinnovi radicalmente la propria classe dirigente. Le ultime elezioni hanno segnato da questo punto di vista un ritorno al passato. La città si è affidata ad una classe dirigente nella sua parte egemone consumata e finanche screditata. La parte giovane della Destra che si è affermata all’ombra di quella classe dirigente, è solo in parte orientata ad uno spirito di servizio e motivata da ragioni ideali (sia pure da noi non condivisibili); in parte viceversa è espressione di una gioventù cinica, ambiziosa, già diseducata politicamente da chi oggi ha l’effettivo controllo della gestione dell’Istituzione locale.

Compito del PD, fin da subito, sarà di formare, selezionare, consentire la crescita di un suo nuovo gruppo dirigente, strutturato per capacità politiche e ben saldo sui valori etici del fare politica, nella prospettiva che esso possa essere il nucleo della futura proposta amministrativa alla città. Superare le vecchie, stantie diatribe del vecchio gruppo dirigente proveniente dal PCI-PDS-DS e le logiche politiciste di una parte dei dirigenti formatisi nella DC-PPI-Margherita, per guardare al futuro con serenità e fiducia, questo lo scopo del congresso di circolo del PD cavese.

In particolare, riteniamo centrale la necessità di formare la nuova classe dirigente, e intendiamo attuare, a cominciare da subito, un programma di “Scuola di Politica” che attraverso personalità di diversi campi (scienza, tecnologia, politica, sociologia, diritto, economia, ecc) fornisca ai dirigenti futuri gli elementi necessari per poter valutare il complesso mondo che si troveranno ad amministrare.

Il Pd deve allora diventare luogo di dibattito aperto e fecondo in cui possano trovare ospitalità e diritto di parola le realtà migliori della nostra città: l’associazionismo, il volontariato, le voci libere della cultura e delle professioni, i cittadini di buona volontà. Sarà questa la migliore azione di proselitismo possibile per un partito progressista moderno; l’ascolto che diventa accoglienza e crescita comune, con il cemento dei valori e la visione del progetto per la città.

In definitiva, il PD deve uscire rapidamente dalle logiche autoreferenziali del partito come instrumentum regni o come organo di opposizione per dovere identitario, dalle guerre intestine per bande sterili e un po’ patetiche, dalla ripetitività consolatoria delle liturgie laiche e infine dalla riproposizione di metodi e persone di una fase superata della politica nazionale e locale.

L’ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO SUL TERRITORIO ED AL COMUNE

Sulla base del Progetto sopra delineato il PD Circolo 25 Aprile di Cava de’Tirreni si attiverà nei prossimi anni sui seguenti campi di azione.

Al Comune, portando avanti una opposizione in CC intransigente, ma fondata esclusivamente sui contenuti. Utile a questo fine sarebbe la costituzione di una Giunta Ombra, anche in accordo con altre forze del Centro Sinistra, che individui i diversi responsabili per i diversi campi di attività dell’Amministrazione e li affianchi con consulenti (Urbanisti e tecnici esperti in OO.PP.; Legali amministrativi, societari, penali; Esperti economico-finanziari; Specialisti di sviluppo locale). IL Circolo impegna i Consiglieri Comunali eletti ed iscritti al partito a garantire la loro presenza nella sede del partito alla vigilia di ogni seduta del CC al fine di definire di concerto con i suoi iscritti le posizioni che essi assumeranno nell’assise.

Sarà altresì indispensabile garantire la presenza del Partito sul territorio. Occorre con urgenza individuare per ogni frazione un gruppo minimo di tre referenti del Partito che comincino fin da ora a lavorare nella prospettiva delle elezioni amministrative del 2015, monitorando le problematiche della propria frazione, elaborando proposte da sottoporre al Partito e da affidare ai Consiglieri Comunali perché le sostengano nell’istituzione, accrescendo le adesioni al nostro Circolo in tutta la città.

La visibilità del partito dovrà essere capillare. Il centro storico, non dovrà più rappresentare l’unica sede d’azione. La presenza nelle frazioni, con la distribuzione di materiale informativo circa le presenti e future decisioni condannabili della maggioranza di governo, i presidi realizzati anche solo per raccogliere istanze nelle piazzette rionali dell’ampia periferia, dovranno essere pane quotidiano per il partito cavese.

Occorre infine individuare analoghi referenti che si occupino dei rapporti con la Cultura, con le Professioni e con le Imprese della nostra città. Così come è decisivo il raccordo con il mondo del lavoro e le sue organizzazioni rappresentative, per condurre una mobilitazione costante contro i tagli allo stato sociale a partire dalla difesa dell’offerta sanitaria in città, sui temi delle crisi aziendali, contro l’introduzione di logiche autoritarie e clientelari nel Comune e nelle aziende partecipate, per l’occupazione, per il diritto alla casa.

In breve: oltre alla doverosa vicinanza ai lavoratori nelle loro lotte, d’ora in poi, il PD non dovrà bucare un solo appuntamento. Il partito dovrà mostrare coesione, dovrà essere presente nelle vite quotidiane dei cavesi, dovrà “farsi vedere”, anche in massa ove necessario, con presidi, manifestazioni, attività. Dovrà contare su un gruppo consiliare omonimo che ne rappresenti le naturali istanze in seno al parlamentino cittadino e dovrà essere pronto ad incentrare il suo ruolo di opposizione anche al di fuori dei consessi istituzionali. Non dovrà essere ambiguo sull’eventualità o meno di raccogliere firme per un referendum (vedi nella fattispecie Referendum sull’acqua bene comune), ma soprattutto non dovrà apparire all’esterno diviso ed in affanno.

Sarebbe da valutare anche un ritorno all’azione attraverso strutture tipo patronato. In questo modo la cittadinanza ne sentirà il peso, la presenza, l’importanza.

Le lotte nazionali

Va da sé che il Circolo 25 Aprile del PD di Cava de’ Tirreni si attiverà per tutte le campagne politiche nazionali, regionali e provinciali lanciate dal nostro Partito, organizzerà iniziative pubbliche su di esse e sarà impegnato a costruire il Partito locale in stretta sinergia con gli orientamenti maggioritari nel Partito sul piano nazionale, regionale e provinciale, pur nel pieno rispetto della libertà dei singoli iscritti di collocarsi sulle posizioni a loro più affini nel dibattito interno al Partito.

No all’autosufficienza del PD

Allo stato attuale delle cose è impensabile che il PD possa ambire ad una sua autosufficienza se si vuole realisticamente contrastare la Destra al potere in Italia, in Regione, in Provincia ed al Comune. Al nuovo gruppo dirigente del Partito sarà perciò affidato il compito di intessere nella chiarezza e nel rigore le necessarie politiche delle alleanze, guardando innanzitutto alle forze del Centro Sinistra della nostra città. Con esse abbiamo condiviso il progetto del 2006 e con gran parte di esse anche quello del 2010, che del primo è sviluppo. Sulla base della condivisione di tale progetto si può ripartire per una battaglia comune. Nello stesso tempo il PD cavese dovrà essere attento all’evoluzione interna allo schieramento oggi maggioritario in città, dimostrandosi pronto a cogliere tutte le occasioni per un dialogo serio con quanti dovessero maturare orientamenti critici verso gli attuali assetti di potere in città e di disponibilità nei confronti del nostro progetto di città.

Antonio

Armenante

Marianna

Borriello

Amedeo

Di Marco

Giuseppe

Frana

Luigi

Gravagnuolo

Alfonso

Iaccarino

Maria Gabriella

Ippolito

Rossana

Lamberti

Alfonso

Papalino

Antonio

Papalino

Andrea

Pastore

Antonio

Russo

Adolfo

Salsano

Lucio

Senatore

Giuseppe

Zito



[1] Questo documento esplicitamente guarda in avanti, non si sofferma quindi sull’analisi del voto, non per eluderla, ma per esigenza di sintesi. Per l’analisi del voto rimandiamo a testo a parte in corso di definitiva limatura.

[2] Richiamiamo qui, quasi alla lettera, tra i valori richiamati dal “Manifesto” solo quelli che ci sono sembrati maggiormente attinenti alla nostra realtà.

[3] A tale opuscolo si rimanda anche per quanto attiene i contenuti puntuali dei paragrafi seguenti

[4] Vedi le risultanze della recentissima anagrafe edilizia allegata alla proposta di PUC.

[5] Dato in controtendenza rispetto al resto del Paese

[6] A questo riguardo, nell’ambito delle più generali politiche rivolte a tali settori della nostra comunità, sottolineiamo con particolare convinzione l’esigenza urgente di colmare la lacuna di una struttura “dopo di noi” in città.